La Passione del Grifo


La situazione dell'AC Perugia è precipitata. Nessuna scadenza per l'iscrizione al prossimo campionato di Serie B è stata rispettata. Se mai qualcuno in Federcalcio ci potesse (o volesse) aiutare non lo sapremo mai; certo non sono state poste quelle premesse (almeno il pagamento degli stipendi, in termini di tempo non perentori ma almeno accettabili, a quei giocatori che quest'anno si sono profusamente spesi per la causa comune della vittoria) perchè qualcuno ci venisse incontro, come già fatto in passato con Roma, Lazio, Parma e quest'anno con il Messina. Ripensando alle rassicurazioni di Alessandro Gaucci, il quale sostiene da circa un mese che domani (un domani generico, in considerazione del fatto che lo dice tutti i giorni riferito al giono susseguente) dovrebbero arrivare 10-12 milioni per la salvezza della squadra del Grifo, beh ripensando a tali affermazioni non posso ormai che accennare un sorriso disincantato, non sono uno sprovveduto e so che questi soldi sono lontani anni luce dal luogo fisico in cui sono stati incamerati per la prima volta. Ed allora pare scontata la prospettiva del fallimento, quello che avrei voluto scongiurare con tutte le mie forze, per il quale, seppure in minima parte mi sento responsabile, per non aver denunciato per tempo in questo Blog il mancato pagamento degli stipendi ai giocatori della rosa, del quale ero a conoscenza per l'assidua lettura del Blog Spy Calcio, che con solerzia ci portava ad informazione del misfatto, o, per lo meno, dell'anomalia. Ho commesso l'errore, grave o meno non lo so, forse ingenuo, di farmi osservatore dell'aspetto ludico e sportivo del gioco Calcio, mentre forse avrei dovuto andare a ficcare il naso in bilanci e tasse. Poi la mia sensazione d'impotenza si allevia, penso che se in 10 anni non l'ha fatto nessuno, né la stampa ufficiale registrata nei tribunali, né la Finanza o gli Agenti del Fisco (che hanno fatto per tutto questo tempo, erano in letargo????), né la Federazione o il Coni e i vari organi di controllo, beh se nessuno tra tutti questi enti preposti ha fatto nulla in 10 anni, cosa mai avrebbe potuto fare un semplice tifoso? Rabbia e sdegno per l'attuale situazione, ma anche la limpidità morale del tifoso che ci sarà anche in Eccellenza se necessario. E' per questo motivo che tutti coloro che hanno a cuore le sorti del Perugia Lunedì sera debbono presentarsi alla Stazione di Fontivegge e partecipare numerosi e colorati al pacifico corteo che di lì condurrà allo Stadio Renato Curi, ove si terrà un'assemblea pubblica per discutere del futuro del calcio a Perugia, se dalle ceneri di questa gloriosa società potrà nascerne una che saprà raccoglierne il titolo sportivo e le glorie passate, ed anche le colpe, perchè no, per le quali il Perugia ha sempre pagato e dalle quali si è sempre riscattato, con onestà.
Spero che l'assassinio della mia società di Calcio non rimanga impunito.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

leggendo il evild.blogspot.com ho capito perchè la Provincia di Perugia sta intessendo rapporti commerciali con il Dubai: è la capitale della prostituzione nel Medio Oriente!
Leggete qua:
Dubai, the prostitution capital of the Middle East.
Perugia invece è la capitale della prostituzione nel Centro Italia, e con questo si spiega tutto..

Anonimo ha detto...

ecco un interessante articolo (pur non privo di qualche inesattezza, ad esempio la retrocessione a tavolino del 1993 è dalla B alla C e lo scudetto scucito dalle maglie bianconere della Juventus è nell'anno 2000; inoltre nel complesso per me l'autore poteva "osare" un pò di più) tratto da L'espresso on-line
Buonanotte Gaucci


Nell'estate del calcio-crac, finisce l'incredibile epopea del tramviere diventato ricco grazie agli amici capostalla, a un potente cardinale e a mille intuizioni pallonare


di Alessandro Gilioli


Chissà se nel suo villone sul mare di Santo Domingo, tra una grigliata di aragoste e una magnum di Dom Perignon, Luciano Gaucci adesso si rende conto di essere la metafora vivente del calcio italiano morente. Lui, l'ex tramviere romano della linea numero 8 riuscito a diventare il re degli appalti nelle pulizie, poi a infilarsi nell'As Roma e infine a comprarsi una serie di squadre di ogni divisione, ma infine travolto dal collasso pallonaro e costretto a riparare al sole dei Tropici mentre i tifosi infuriati lo insultano in Rete e sui muri di mezza Perugia.

Quella di Gaucci è la parabola tutta italiana di un uomo tanto vitale e simpatico da riuscire a gabellare il disprezzo delle regole per eccentrico folclore e vulcanica intraprendenza. Figlio di piccoli proprietari terrieri, il giovane Gaucci molla casa e famiglia per tentare nella capitale i mestieri più diversi, da conducente dell'Atac a gestore di trattoria. I primi soldi forti però arrivano con il business dei cavalli: uomo alla mano e appassionato vero, Gaucci frequenta i capostalla dei purosangue migliori e offre loro generose mance per farsi consegnare vasetti della marmellata pieni del loro prezioso seme, con cui poi ingravida buone femmine e ottiene ottimi puledri da mettere in vendita. Una volta guadagnati i primi milioni, Gaucci li reinveste in un'attività sicura come le imprese di pulizia. A dare gli appalti, a Roma, sono infatti amici di amici, boiardi pubblici e privati legati mani e piedi con il giro giusto a cui Gaucci è riuscito ad avvicinarsi in fretta: il démi-monde andreottiano dei Ciarrapico e degli Evangelisti che ha il suo nume tutelare nel cardinale Fiorenzo Angelini, a cui Lucianone è devotissimo. L'impresa di Gaucci è battezzata La Milanese («Dà un'idea di efficienza», sostiene il fondatore) ma prende sede a Roma, a due passi dalla stazione Termini, dove tuttora Gaucci ha quartier generale e abitazione. Un appalto dopo l'altro, l'aziendina arriva a 3 mila dipendenti e produce abbastanza utili per consentire a Gauccione di tentare la scalata al mondo del calcio, paradiso di contatti importanti e di comparsate in tivù. Prima entra nella Roma di Dino Viola, poi capisce di non poter aspirare a diventarne il numero uno perché nelle gerarchie andreottiane ci sono uomini piazzati meglio di lui. Allora ripiega sul Perugia, che si compra grazie all'appoggio forte della Banca di Roma, l'attuale Capitalia.

Per Luciano iniziano gli anni più belli: allenatori assunti e licenziati a raffica, esibizioni ciarliere al Processo di Biscardi, pantagrueliche mangiate di agnello, anatra e carni rosse alla brace nel castello medievale acquistato a Torre Alfina, dalle parti di Orvieto. Intanto, dopo il primo matrimonio con una coetanea italiana (da cui nascono due figli, Alessandro e Riccardo), si innamora di Iris, una ragazza dominicana che gli regalerà altre due creature. Quindi, in età già matura, s'invaghisce di una compagna di scuola del figlio maggiore, Elisabetta, capello biondo e fisico da Velina. Se la porterà appresso per anni, affidandole anche l'incarico di presidente della Sambenedettese e riuscendo a infilarla come valletta alla "Domenica sportiva". Da un po' di tempo tuttavia Elisabetta è sparita e al fianco di Luciano è ricomparsa la moglie dominicana.

Certo, anche negli anni d'oro qualche incidente non manca, come la retrocessione a tavolino del suo Perugia dalla A alla B: Gaucci si era fatto beccare nel tentativo di corrompere un arbitro regalandogli un cavallo prima di una partita. Ma nel calcio il presidente dimostra di saperci fare, comprando ragazzini sconosciuti dalle serie minori italiane e straniere e rivendendoli a prezzi stellari alle grandi. Memorabile il caso di Mirko Pieri, difensore segnalatogli dal suo più acuto osservatore, Silvano Flaborea: il Perugia lo acquista a 50 milioni di lire per piazzarlo pochi mesi dopo a 16 miliardi. Ma Gaucci porta in Italia anche il giapponese Nakata, rivendendolo due anni dopo alla Roma con gran guadagno, e ripete l'operazione con diversi altri carneadi. Non mancano i colpi puramente mediatici: piazza alla sua Viterbese il primo allenatore-donna del calcio professionistico (Carolina Morace, silurata pochi mesi dopo). Minaccia di far giocare in serie A una bionda calciatrice norvegese «perché nessuna norma lo vieta ed è una questione di diritti umani». In una botta di demagogia patriottica straccia il contratto del coreano Ahn colpevole di aver spedito l'Italia a casa durante i Mondiali del 2002. Infine porta a Perugia il figlio di Gheddafi e lo fa perfino giocare un quarto d'ora contro la Juventus. Memorabile la performance di Lucianone sul finire del campionato 2001-2002, quando incita i suoi calciatori a «giocare alla morte» contro la Juventus per far vincere lo scudetto alla Lazio, società controllata da Capitalia che tiene in pegno anche le azioni del Perugia. La cosa funziona, la Lazio vince lo scudetto e Gaucci esulta per una settimana alla faccia della sua antica fede romanista.

Nella sua bulimia calcistico-esistenziale, tuttavia, Luciano inizia a commettere anche qualche passo falso. Si compra il Catania promettendo mari e monti e lo deve rivendere poco tempo dopo sommerso dai conti in rosso. Tenta la scalata al Napoli appena fallito ma viene sconfitto da una cordata più potente, guidata dalla famiglia De Laurentiis. Fa comprare a un suo dipendente l'Ancona e incappa nel primo fallimento completo, con società messa in mora e indagine della magistratura. La Juventus, memore dello sgarbo del 2002, lo mette nel libro nero. Con il presidente della Figc Franco Carraro è ai ferri cortissimi. Un suo ex giocatore lo accusa di avere la mano pesante col doping: «Gaucci», dice, «riempie il bagagliaio della sua Mercedes di farmaci e poi viene al campo per farceli prendere». Lui nega, ma i suoi calciatori finiti nelle maglie dei test in quegli anni sono un po' sopra la media. Il Perugia intanto retrocede in serie B, Luciano ci piange su («Così ci perdo 50 milioni di euro») e molla la società in mano al figlio Alessandro. Ma lascia anche una situazione finanziaria disastrosa, con decine di milioni di euro tra stipendi non pagati e tasse mai versate. Anche La Milanese annaspa nei debiti Irpef e Gaucci mette mano a tutti i numeri del suo cellulare per farsi spalmare le tasse. Nel luglio di quest'anno l'atto finale della parabola pallonara, con la squadra che fallisce la promozione e la società che non riesce più a iscriversi nemmeno al campionato di B per eccesso di rosso nei conti. Il patriarca molla tutto e va ai Tropici, lasciando il figlio Alessandro a gestire il fallimento. Ora a Luciano piace solo il calcio a cinque, quello in cui primeggia l'altro figlio, Riccardo, che per carattere gli somiglia molto: nell'intervallo dell'ultima partita di campionato, poche settimane fa, Riccardino ha licenziato in tronco il suo allenatore prendendo in mano la direzione tecnica della squadra. Poteva farlo, visto che la squadra era sua, gliel'aveva regalata papà e si chiamava Erregì. Le iniziali di Riccardo Gaucci.

Anonimo ha detto...

La Chiesa preme perché vengano puniti i clienti delle prostitue, ma non si sa se per atti antiumani o anticristiani: la punizione potrebbe essere leggere tutti i 500 libri di Harry Potter il mago demoniaco e quattrocchi ( sono una tortura sai i libri che i film...)
Se Gaucci jr riesce nell'impervia impresa del ricorso infinito, lo si farà cavaliere di Malta e si andrà tutti in pellegrinaggio a Torre Alfina, in ginocchio per baciargli l'anello...

Anonimo ha detto...

da www.kataweb.it
Perugia, 20 luglio 2005 - 20:06

CALCIO, PERUGIA; LUCIANO GAUCCI: QUERELERO' GERONZI

Luciano Gaucci al contrattacco mentre il Perugia lotta per ottenere l'iscrizione in serie B. Il patron degli umbri in una intervista al quotidiano QS dichiara: "Vogliono far fallire il Perugia, le mie aziende e me, ma non ci riusciranno. Per questo - afferma Gaucci - ho dato mandato al mio legale di fiducia di presentare denuncia e querela nei confronti di chiunque sia responsabile. Per primo Cesare Geronzi. Solo con una decisa presa di posizione e un pronto intervento - dichiara il patron del Perugia - potrei decidermi a mettere una pietra sopra il passato". (20/07/2005) (Spr)

Anonimo ha detto...

Bravo Grifomaniaco.

Io mi astengo ormai da un mese dall'effettuare commenti sulla situazione attuale che, obiettivamente, non ha bisogno di parole ma avrebbe meritato da tempo di passare ai fatti...

Peccato.

Comunque concordo con te riguardo al misto di sensazioni che si provano ... rabbia, dolore e addirittura (pensa tu) colpevolezza per non aver denunciato con più forza quello che tutti fingevano di non sapere, evidentemente per interessi affatto trasparenti....

Un saluto e sempre Forza Grifo (poveretto...)

Anonimo ha detto...

Indiscrezioni darebbero Piero Camilli (patron del Grosseto) come futuro presidente del futuro/possibile Perugia.
Dai cavalli da corsa alle vacche maremmane...

Anonimo ha detto...

x Bernacco:
-Prostituzione
Punire i clienti? e come? 10 avemarie a testa? La prostituzione è un problema antico quanto il mondo, devo dire di essere per la regolarizzazione di questi traffici (anche perchè è difficile debellare la domanda, se non con una politica di educazione sessuale nelle scuole pubbliche, ma il cambiamento culturale non avviene dall'oggi al domani), fermo restando che nessuna nessuna di quelle donne (o trans) deve essere costretta a farlo, togliendo così mercato alla criminalità organizzata. So che in Germania hanno addirittura un Sindacato e pagano i contributi (mica come Gaucci). Nel Nord-Est invece le fanno battere nelle zone industriali, lontano dai centri abitati. Misure discutibili, ma almeno fanno qualcosa.
p.s. anch'io ho saputo che i libri di Harry Potter sono stati messi all'indice dalla Chiesa. Devo dire che per una volta mi trovo d'accordo con loro, quel maghetto (che assomiglia in maniera impressionante al presidente del Chievo, tal Campedelli) è davvero irritante.
-Perugia
Gaucci ricorre, ma sinceramente non gli credo più. Pensa che ha detto che Lunedì il Perugia andrà in ritiro a Norcia. Beh, qualcuno si è premurato di verificare questa affermazione ed è venuto a sapere che tutti gli alberghi ed i centri sportivi della zona sono già occupati da tempo e che nessuno ne ha fatto richiesta di utilizzo per il Perugia...
Di Camilli ho sentito anch'io , ma sinceramente non lo credo in grado, economicamente, di rilevare (e soprattutto gestire) il Perugia da sè. I nomi in circolazione (la Finlux di Silvestrini e Paolucci, che già avrebbe richiesto la collaborazione di Todini e Giombini, è una finanziaria legata all'entourage di Moggi e quindi alla Gea, quanto di più lontano dalla onestà e trasparenza che io auspicherei per la nuova società) non mi danno alcuna garanzia ad oggi. La tifoseria organizzata ha avanzato l'idea di entrare (per il discorso della trasparenza di bilancio) nel consiglio di amministrazione della futura/possibile società attraverso il possesso (anche minimo) di una quota del pacchetto azionario tramite l'azionarato popolare. Vedremo. Il rischio è comunque di passare dalla padella alla brace.

Anonimo ha detto...

x Grifovunque:
la tua mancanza sul Muro è una mancanza pesante, si avverte. Ci sentiamo quasi colpevoli perchè a fallire, contrariamente a quanto dice quel Luciano Gaucci, siamo noi, a lui non glie ne frega nulla se il Perugia muore nell'anno del Centenario. Immagino bene la tua sensazione di sconforto perchè è la stessa che proviamo noi tifosi disinteressati ed amanti della nostra città, alla quale mai avremmo voluto vedere accostati l'evasione fiscale ed il falso in bilancio (non mi spiego altrimenti come abbiano fatto a tirare avanti senza pagare i contributi per 10 anni), oltrechè tutte quelle manfrine televisive. Eppure sapevamo da tempo della immoralità della nostra società. Pensa che oggi scopriamo che oltre ai 25 milioni di Irpef Gaucci non ha pagato 659000 € di Inail (bruscolini a fronte dell'altro debito, ma si tratta di un record nazionale).
Chissà se Luciano finirà in galera (il patron pensava di rimanere impunito ma non ne è più tanto sicuro e spara a destra e manca) oppure rimarrà autoesiliato a Santo Domingo come Craxi ad Hammamet...
Perugia non ha niente a che vedere con tutto questo, che è solo Gaucci.
Per andare avanti dobbiamo ricordarci che PERUGIA SIAMO NOI, SOLO NOI!!!

p.s. ti ringrazio ancora per questa visita virtuale in questo momento difficile, mi ha fatto molto piacere.

Anonimo ha detto...

L'Azionariato popolare? Ma non lo facevano a Terni molto prima della caduta del muro di Berlino? Non è una cosa improponibile per il "calcio moderno"?
Cmq a Perugia mejo il feudo bianconero che un Gaucci-bis (che andrebbe sommato al Berlusconi-ter)

Anonimo ha detto...

Bernacco, l'azionarato popolare non sarebbe una misura malvagia se fatto in quota di minoranza (che so io, anche solo un 5% delle azioni), ma il cda della eventuale nuova società deve essere d'accordo. sarebbe un ottimo strumento per garantire la trasparenza nella gestione di bilancio.
quanto al tuo ultimo commento, devo dire che le due alternative non sono allettanti, ma temo che infine si dovrà scegliere, come al solito, il meno peggio, e non il meglio.
Intanto il nuovo Perugia ha definito i ruoli di presidenza (non ci sono Silvestrini e Di Marzo che nella fase iniziale rimarrebbero nell'ombra) e la sede legale (presso il palazzo del CONI in via martiri dei lager), mentre il vecchio Perugia aspetta di conoscere il suo destino domani per la decisione presso la Camera dell'Arbitrato, per il cui buon esito sono alquanto pessimista. Nel frattempo Gaucci ha convocato i tesserati (a tutt'oggi senza lo stipendio degli ultimi mesi, anche se non credo vadano in bancarotta per questo) per un ritiro anche se non si sa bene dove, visto che anche la seconda sede prescelta, Bettona, è saltata per problemi logistici. Ormai sa di barzelletta.

Anonimo ha detto...

CALCIO: BERLINO, MAXI-BORDELLO PER MONDIALI 2006
100 STANZE, SAUNA E TABLE-BAR

Berlino, 28 lug. (Adnkronos/Dpa) - Un bordello con 100 stanze verra' aperto a Berlino prima del calcio d'inizio dei Mondiali 2006. Secondo il quotidiano tedesco 'Bild', un gruppo di investitori ha finanziato la costruzione della maxi casa chiusa. Il progetto, a quanto pare, prevede la realizzazione di un complesso, gia' battezzato 'Artemis, sara' costituito da tre edifici. All'interno, oltre a 100 stanze per le prostitute, anche una sauna e un 'table-dance bar'. La struttura sorgera' poco lontano dallo stadio Olimpico, che ospitera' diversi match della Coppa del mondo: in tutto, 25 minuti a piedi. Secondo 'Bild', una stanza costera' 100 euro. Per avere compagnia per un'ora e mezza, invece, bisognera' sborsare altri 50 euro.


http://www.adnkronos.com/3Level.php?cat=Sport&loid=1.0.98929285

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