Con il fallimento del Perugia Calcio, retrocede una città

Alla fine è stato l'unico presidente nella storia del calcio a far fallire due società. Si chiama Leonardo Covarelli, l'ormai noto imprenditore perugino che ha accumulato un monte debiti elevatissimo sia per il defunto Pisa Calcio 1909, fallito l'anno scorso, che per il Perugia Calcio 1905, dichiarato fallito ormai un mese fa. Ed oggi ogni residua speranza di salvezza è stata cancellata.

Era prevista un'asta per l'acquisto del ramo sportivo della società, che in un esito positivo avrebbe garantito al Perugia di mantenere la propria presenza nel calcio professionistico. I debiti privilegiati da dover sostenere ammontavano però a circa 5 milioni di Euro, e deve essere apparso anti-economico a molti imprenditori dover investire una cifra del genere per l'acquisto di una società di calcio in un campionato privo di entrate televisive e con gli stadi mezzi vuoti.

Il rammarico è che si sia tentato di salvare la società solo a un mese dalla fine del campionato, con personaggi di dubbia caratura morale che si sono avvicinati al Perugia (uno per tutti, Nicola Ermini, che millantava l'appoggio di un gruppo internazionale e di una società finanziaria svizzera), mentre era sotto gli occhi di tutta la città la situazione di difficoltà economica in cui versava la società di Covarelli.

Infatti, già l'anno scorso ci furono problemi di iscrizione, che avvenne solo grazie all'intervento di un istituto di credito umbro che produsse una fidejussione da diverse decine di migliaia di euro per salvare la stagione. Il rammarico è prendere atto che il Perugia non è morto, per la seconda volta in 5 anni, per la gestione finanziaria sportiva (il cui debito ammonta in gran parte a 9 mensilità di stipendio dei giocatori), bensì per altri debiti per i quali era stato messo a garanzia. Ricordiamo in tal senso che il responsabile dell'area finanziaria era Dino De Megni, cognato di Leonardo Covarelli.

Cogliamo l'occasione come tifosi per scusarci pubblicamente con l'ex presidente Vincenzo Silvestrini, una persona seria che è stata erroneamente messa da parte per far posto ad uno come Covarelli.

Società di Covarelli nel pallone

Sono momenti concitati in casa Perugia. La società di Covarelli e De Megni è riuscita a mettere a rischio l'iscrizione al campionato, con un fallimento evitato solo in zona Cesarini.

Altrettanto preoccupante è la situazione dello Stadio Renato Curi, per il quale è stato presentato dalla società un progetto edilizio privo di scrupoli, che vorrebbe trasformare l'area verde di Pian di Massiano in una "Cittadella" dello didattica e dello sport.

A futura memoria traggo un passo da un articolo apparso in questi giorni ne La Nazione di Pisa, la cui squadra di calcio è fallita un anno dopo essere stata ceduta dal presidente Covarelli.

"PERUGIA E’ PERUGIA. Dino De Megni si siede al tavolo. Davanti a lui il sindaco Marco Filippeschi e il commercialista Antonio Cava. De Megni esordisce così. «Sono qui a rappresentarvi le difficoltà del Perugia». Scusi? Del Perugia? E che c’entra? De Megni sostiene che servirebbe un prestito di 753 mila euro per iscrivere il Perugia. E poi? Questo prestito sbloccherà un business intorno allo stadio «Curi» di Perugia che porterà all’apertura di una serie di esercizi commerciali. Quindi, il giorno dopo l’arrivo di questo prestito, Covarelli, sarebbe riuscito a trovare i fondi per iscrivere anche il Pisa Calcio. Un po’ contorto ma il succo è questo. Cava e il sindaco — ci raccontano — si sono guardati negli occhi convinti di aver capito male. Insomma, il Pisa è sull’orlo del fallimento, Covarelli ha parlato più volte con il primo cittadino manifestando la propria volontà di aiutare la società e — al momento del dunque — De Megni viene a chiedere i soldi per l’iscrizione del Perugia? Qualcosa non torna.

SCENEGGIATA. Cava ha chiesto come mai l’iscrizione del Perugia fosse necessaria anche per iscrivere il Pisa. De Megni avrebbe risposto che tutto questo deve essere letto nell’ottica dei «vasi comunicanti». «E’ incomprensibile — commenta Cava — ci è sembrato quasi offensivo sia per la nostra intelligenza che per quella di tutta la città». De Megni ci ha provato ma è andata male. Alla fine domandare è lecito. O no?"


Ormai già oltre 3 anni fa scrivendo circa il vecchio progetto del presidente Silvestrini avevamo coniato lo slogan Do ut stadio, ovvero "Investo in cambio di poter costruire uno stadio". Segno che Silvestrini non intendeva certo buttare soldi, ma che non aveva problemi di liquidità.

E se l'imprenditore romano si fosse convinto che nel giro di 5 anni avrebbe potuto guadagnare 10 milioni di Euro ne avrebbe investiti sull'unghia anche 8. Per l'attuale società invece si potrebbe invertire lo slogan in
Stadio ut do: mancano i liquidi - o non li si vogliono impegnare - in altre parole.

I calciatori in vacanza... a Perugia!

Piazza IV NovembreLa notizia ha il sapore di un ritorno all'antico, nel segno del risparmio. Quest'estate il Perugia Calcio non effettuerà il ritiro in una località montana, non andrà a Norcia nè sulle Dolomiti, ma andrà in ritiro in una città d'arte. La città d'arte in questione è Perugia stessa. L'albergo sede del ritiro è l'Hotel la Rosetta, sito in Piazza Italia nell'edificio dirimpettaio Palazzo Donini, sede della Giunta Regionale dell'Umbria.


I calciatori del Perugia potranno finalmente farsi una cultura, dedicandosi la sera magari al trekking urbano, una volta percorrendo tutto il Corso e quindi andando a visitare il Pozzo Etrusco, un'altra risalendo per Corso Bersaglieri e raggiungendo Porta Sant'Angelo, un'altra ancora andando a visitare i vari Musei e gallerie d'arte cittadine, un'altra sera con le audioguide a fare il Perugia City Tour sugli autobus scoperti utilizzati per le corse turistiche.

E per gli allenamenti, niente di meglio delle strutture di Pian di Massiano, dal Renato Curi al Percorso Verde. Insomma, Mens Sana in Copore Sano. Ma mi chiedo, visto che siamo in tempi di crisi e visto che i calciatori del Perugia non sono certo di prima classe bensì di terza serie, non si poteva mandarli in una pensioncina in viale Pellini piuttosto che in un Hotel a 4 stelle?

Dal 1999 al 2008, da un Real all'altro!

Curva Nord
Curva Nord, by Michele Castellani
13/08/1999, Trofeo Cartagena: Real Madrid - Perugia 1-1 gol di Morientes e Materazzi.
30/11/2008, Lega Pro 1°div. gir B: Perugia - Real Marcianise 1-1 gol di Mazzeo e Innocenti.
Da un Real all'altro il risultato non cambia.
Se il Real Madrid schierava Morientes - Anelka in attacco, la modesta Real Marcianise annoverava come coppia offensiva il duo Romano - Galizia tenendo in panchina l'estroso Poziello.
Battute a parte c'è da dire che anche il Grifo di 9 anni fa era un altro, basti citare Marco Materazzi.

Eppure ieri si era messa subito bene grazie al gol dopo soli 3' di Mazzeo aiutato dalla deviazione di un difensore gialloverde. Il Perugia sembrava in grado di tenere in mano le redini del gioco ma alla mezz'ora Galizia è abile a lanciare verso la porta avversaria Romano il cui tiro respinto da Benassi termina tra i piedi di Innocenti che comodo insacca....... logico chiedersi dov'erano i nostri in quel momento. Il primo tempo termina così senza ulteriori emozioni e non è da meno la ripresa dove i biancorossi impongono una sterile supremazia che non viene però suffragata da Ercolano che sul finale spara alto da pochi metri e susseguentemente colpisce il palo su un colpo di testa.

C'è rabbia tra i tifosi perugini, spettatori di una squadra capace di rendere solo nelle partite in cui sono messi maggiormente sotto pressione come i derby; il resto delle partite sono prive di cuore e spirito e probabilmente ne basterebbe anche un pochino visto che comunque anche ieri erano in grado di fare la partita. Al termine è festa per i giocatori campani e per la ventina di tifosi giunti da Marcianise.


I grifoni rimangono a 4 punti dai play off e col derby di Foligno in vista, mentre per la Real Marcianise è un punto che carica l'ambiente in vista dello scontro salvezza di domenica prossima contro la Pistoiese.

Articolo di Roberto Balio, Perugia club FB