Il punto

Il Perugia messo su in pochi giorni dalla società e capace di un avvio di campionato al di sopra delle aspettative era forse troppo bello per essere vero? Quel secondo posto guadagnato dopo un'impervia salita e la vittoria contro la stupefacente Sangiovannese (la classica sorpresa a bolla di sapone destinata ad esaurire la propria linfa nel girone di ritorno un pò come succede ogni anno in tutti i campionati) è forse un traguardo troppo ambizioso per il giovane gruppo plasmato da Patania di Siracusa? Il Presidente Silvestrini pone sul banco degli imputati della recente involuzione di gioco (ma soprattutto di risultati) del Perugia gli infortuni e le squalifiche, che hanno reso la rosa ancor più corta di quello che già non fosse. E' quantomeno anomalo che un giocatore promettente come Diarra, giovanotto malese dell' '85 protagonista nel Lecce vincitore del Campionato Primavera due anni fa, debba giocare da circa un mese fuori ruolo, come punta centrale. Se è vero che le sue caratteristiche fisiche sono quelle che più si avvicinano all'infortunato Di Pasquale, è anche vero che le sue caratteristiche tecniche vi risultano avvilite, ed in questa maniera si rischia di bruciarlo. Il povero Patania d'altra parte lavora con le risorse umane di cui dispone, limitate ma superiori per qualità (se non per quantità) all' 70% della Serie C. L'agile Cellini è divenuto un punto fermo della squadra, oltre che il suo top scorer. Lo stesso Arcadio è forse il più carismatico dello spogliatoio perugino, e sembra che stia vivendo una seconda giovinezza, ma le sue zingarate sulla fascia sinistra a nulla valgono se non vi è qualcuno da serivire al centro... il genoano Ghomsy, all'inizio dell'avventura del Perugia Calcio 2005 (a proposito, quel logo, evocativo nella forma di quello della vittoriosa C del'66, non poteva meglio rispettare l'anno di fondazione al quale noi tutti tifosi ci sentiamo legati? dire che somiglia ad una lapide sepolcrale, con anno di nascita e di morte, non è una battuta di cattivo gusto ma un'impressione che ho riscontrato tra più amici) il principale propulsore di tutte le azioni del Grifo, quasi un regista arretrato, si è poi calmato sino a divenire un giocatore normale, quasi spuntato della sua dirompenza... E si avverte la mancanza di un centravanti che sappia il fatto suo in queste categorie, capace di trasformare un calcio da fermo in occasione da rete. Voglio prendere sul serio le parole del Presidente, il quale ha assicurato che i primi acquisti si faranno in casa. Se infatti si vuole aprire un ciclo, che porti nel giro di qualche stagione a lottare per la Serie A, beh allora si dovrà farlo con giocatori di proprietà e non in prestito, giacchè è risaputo come nel mondo del calcio non si arrivi a grandi risultati senza coerenza, ovvero cambiando tutti gli anni più di metà squadra. Acquisire i cartellini di Cellini e Ghomsi potrebbe essere l'inizio di una serie di acquisti mirati e non fini a se stessi. La società è ben strutturata, da un punto di vista imprenditoriale, campo nel quale Silvestrini e soci stanno dimostrando di saper districarsi al meglio, ottenendo uno dopo l'altro accordi di sponsorizzazione con l'imprenditoria locale, resa diffidente negli anni da Gaucci il quale amava dividere le spese ma non gli introiti. Se poi l'imprenditoria perugina si farà coraggio ad entrare in società ed espandere il capitale sociale da 1 milione di € ad 1 milione e 200 mila (tale quantità con una buona fiducia creditizia consente movimenti per oltre 10 milioni) la società, già forte, diverrà un fortino dal punto di vista della compattezza economico-finanziaria. Se mi posso permettere di dare un consiglio al Presidente, un homo novus nel mondo del calcio, in questo primo anno parli meno di calcio giocato, e dia ascolto a chi ne sa veramente, Ilario Castagner, l'anima del Perugia, che ha accettato con rinnovata lena l'incarico che Lei gli ha saggiamente affidato. Insomma la società c'è, lo staff sanitario coordinato dal Dott. Cerulli è di assoluto livello, difficile trovarne eguali in Serie A (eccettuando quelle tre superpotenze calcistiche, ovviamente), e sembra ben strutturato anche il settore giovanile, nel quale si dovranno investire (l'innovazione per un'impresa è il futuro e la garanzia di una lunga vita) ingenti capitali, di mezzi e persone. Il tassello che pare mancare in questo momento è la bella squadra vista rimontare caparbiamente situazioni di svantaggio, trascinata da Puccinelli e Boisfer.
Insomma se mi si consente una freddura (dopo la sconfitta di Gela è d'uopo), visto che Cellini e Bernini portano i nomi di due grandi scultori, faccio un parallelo un pò ardito: secondo me a questa squadra manca un Canova.

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