Derby vietato, campagna inutile?

Tre bambini sorridenti dagli occhi azzurri, belli, vestiti firmato e umbri. Sono loro al centro della campagna di sensibilizzazione avviata nei mesi scorsi da Regione Umbria, FIGC e Comuni di Perugia, Terni, Foligno.

A pochi giorni da un derby Ternana - Perugia che si giocherà senza tifoseria ospite possiamo fare una valutazione della campagna, che ci pare non abbia colto il bersaglio, almeno a livello politico: se ci saranno dei bambini al derby di domenica, saranno esclusivamente della provincia di Terni: così ha decretato il Casms, il Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive del Ministero dell'Interno. Lo stesso Casms che oggi prende una decisione enigmatica: consente, per la gara Lazio - Napoli, considerata ad alto rischio e quindi vietata ai tifosi campani, l'acquisto di 4 biglietti in più per ogni abbonato laziale... Un'apertura al bagarinaggio? Mah!

Osservando il manifesto della campagna, avviata dalla Regione Umbria, possiamo notare una condanna ferma alla violenza negli stadi, tematica scottante ancora irrisolta nel nostro Paese, ma non vediamo alcun riferimento all'altro tema caldo, quello del razzismo, contro il quale la tifoseria del Perugia si è sempre fatta sempre sentire, ed oggi viene additata tra quelle pericolose, a torto.

Da cittadino, prima che da tifoso, avrei voluto che la campagna si facesse veicolo anche di un messaggio contro il razzismo, purtroppo sempre più strisciante anche nella nostra regione.
I tre bimbi nordici del manifesto non fotografano l'Umbria di oggi, una regione con un 7% di popolazione straniera, dove oggi 1 neonato su 12 è straniero, un'intera seconda generazione dell' immigrazione. Sono loro i bambini di oggi, i tifosi di domani.

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