Il Perugia perde in casa

Scrivevo l'anno scorso, ancora stordito dal fallimento e dalla rifondazione della società:


"(...) la C non è un pianeta che si presta molto alla libera comunicazione, per mancanza di Media dedicati di qualità, e d'altra parte non so quanto sia giusto contribuire alla spettacolarizzazione e commercializzazione delle serie minori, in atto da qualche tempo a questa parte addirittura tra i Dilettanti. (...) Un pò di oblio forse potrebbe fare bene alla rinascita della squadra, al suo ritorno in tempi brevi lassù fra le elette."

Forse è l'ora di ridare il Perugia alla città, come era negli anni '60 e nei '70. I club si riunivano anche solo per giocare a carte insieme e la domenica al Santa Giuliana era un evento che coinvolgeva tutti. Gli avversari arrivati sin dentro la città guardavano la collina oltre lo stadio e rimanevano sempre ammirati. Oggi vedono invece il cantiere del minimetrò ed il nostro glorioso stadio: una struttura un tempo all'avanguardia ed oggi di grande pregio (qualora valorizzata) pur avendo perso la sua piena funzionalità. Quando piove passa l'acqua anche dentro la tribuna coperta, le gradinate sono mezze vuote e la curva sud è chiusa.
Oggi c'è più attenzione rivolta alla serie C di prima, e leggendo i vari siti web di informazione traspare un complessivo ridimensionamento della squadra biancorossa, ancora senza un'impronta di gioco ben definita, nonostante gli sforzi compiuti dall'area tecnica per comporla ed assemblarla assecondando le offerte di mercato. Ed oggi l'ultimo gradino dei play-off dista 6 punti.
Forse gli errori compiuti in fase di rafforzamento della squadra hanno contribuito. Di sicuro ha contato la mancata conferma del vice-capocannoniere dello scorso campionato di C1/b, quel Marco Cellini che oggi gioca in B coll'Albinoleffe. Si commise un errore simile nel mercato di gennaio dell'anno scorso. Venne infatti ceduto, sempre in B, Alessandro Dal Canto per divergenze tecniche con l'allenatore. In quel caso avrebbe fatto molto comodo avere un mediatore in società, e mantenere in rosa un giocatore che non aveva comunque così demeritato. E' infine notizia di alcuni giorni fa di come Castagner abbia lasciato il suo incarico, come si è provveduto a colmarne la defezione?
D'altra parte il Perugia Calcio ha sostenuto delle spese di una certa rilevanza per costruire una rosa composta da giocatori discreti, che aspirano al più presto a dare il meglio di loro, ma la cui fame di vincere sembra appagata da tempo. Mancano cattiveria e spirito d'iniziativa, e quando sono presenti non sono accompagnati dalla giusta concentrazione. Non c'è bisogno della belle giocate che abbiamo visto in A ed in B, serve determinazione e convinzione nell'attacco per entrare in area avversaria o prepararsi a colpirla nella mischia. Si nota qualche miglioramente di condizione fisica ma ancora la forma ottimale è da raggiungere.

Sul Web

2 commenti:

Anonimo ha detto...

i bei tempi torneranno.
l'amore per la squadra non se n'è mai andato.

Angelo ha detto...

Condivido la tua considerazione, guardando al passato del Perugia non si può vedere che un futuro roseo. Quello che non sappiamo però è quanto tempo ci vorrà.
Quanto ai sentimenti per la squadra, quelli che sentivano qualcosa di vero sono rimasti, quanto agli altri... non ci siamo persi nulla!

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