Note stonate


Scorrendo i tabellini delle gare del Grifo c'è qualcosa che non va. Dove sono finite le folle scalpitanti che gremivano gli spalti della C1 di 12 anni fa? Oggi siamo circa la metà di allora, e di mezzo ci sono stati tanti cambiamenti, ultimo quello societario, che hanno sicuramente cambiato le carte in tavola. La "fame" di calcio non è più la stessa, il disincanto è sempre più alto ed oggi rispetto ad allora c'è un' agguerrita concorrenza portata dalla pallavolo della formidabile Sirio (mi ricordo quando adolescente andavo ad assistere agli allenamenti solo per vedere le campionesse iridate cubane, brave e belle o, come dicevano gli antichi greci, kalòs kaì agatòs) e dalla recente formazione di volley maschile di A1. Per non parlare del fenomeno del calcio dilettantistico, e di altri concorrenti.
La nostra giovane società ha appena formulato un accordo con il Cinema Warner Village di Corciano, che consiste in uno sconto al tagliando d'ingresso agli spettacoli proiettati nella mega-multisala del coniglio Bugs. Tralascio con questa piccola digressione sul cinema che fu e non è più il mio odio viscerale (ed il mio conseguente boicottaggio economico) per la catena che ha celebrato il funerale del cinema europeo dei sogni nella mia città (ricordo con malinconia il vecchio Lilli, il primo cinematografo che mai mi abbia proiettato immagini in movimento, oggi chiuso. E le indimenticabili quanto rare per me - per la sua prematura scomparsa - visioni d'autore del Modernissimo in via del Carmine. O l'Ariston, quando ancora era un cinema per bene e non un puttanaio per biscazzieri). Quello che mi preme è invece cercar di far capire che a mio avviso il Calcio oggi non è solo Sport e Politica ma anche Cultura. Ed è anche con le altre offerte culturali che si deve confrontare. Gli eventi sportivi, con le rappresentazioni teatrali, i concerti di musica, le mostre, le discoteche, fanno parte di un mercato affine.
L'accordo in questione è fatto con un concorrente diretto, anche in considerazione del fatto che il complesso del Gherlinda in un futuro non poi così lontano sarà uno dei centri commerciali più prossimi al comparto economico di Pian di Massiano, che vedrà nascere in una sola area il Grande Curi e la stazione di partenza del Minimetrò, rivoluzionando l'area verde prediletta dai perugini, dove manca una pista ciclabile adeguata.
Per aumentare le presenze al Renato Curi si deve puntare sulle famiglie, che vanno coinvolte con opportune operazioni simpatia e con l'offerta di un buon prodotto che soddisfi la loro utilità nel tempo libero domenicale. E magari con l'aiuto della politica si potrebbero esentare almeno i ragazzini dalla rigidezza applicativa della legge Pisanu.
Tutto questo secondo il parere di un piccolo blogger tifoso. Ma non vedo attorno alla squadra l'attenzione della città. Nei bar non si parla delle prodezze del fiorentino Cellini, capocannoniere della C1b, alle finestre delle case non vedo esposte le bandiere del Grifo, e sento dire che la C1 non merita attenzione e che l'Opa tentata da Todini per l'ingresso in società è un segnale da considerarsi preoccupante. Io penso che dopo Gaucci a noi perugini non ci frega più nessuno, e sinceramente controbatto che con la garanzia di Castagner c'è da stare tranquilli.
Nel mentre Piero Ducci è impegnato a concludere il calciomercato, al termine del quale avrà tempo per dedicarsi alla questione della carenza di spettatori al Curi, già oggetto di un'intervista rilasciata dal D.S. perugino al tGr.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

ma come fai a parla di porta le famiglie, quando allo stadio ci sono gli stronzi?
in fede
Fedele Confalonieri

P.S.: ti sto scrivendo dal mio lettino bolognese tramite wireless. evidentemente qua è molto più facile fare l'intruso. mitico

Angelo ha detto...

ma parli con cognizione di causa o pour parléz? allo stadio tu non ci vai quindi desumo che le tue informazioni sulla stronzaggine dei tifosi vengano dall'informazione di massa. Beh sappi che secondo me c'è un motivo per cui si preferisce parlare dell'unico stronzo che lancia un razzo e non delle tante iniziative prese dalle tifoserie organizzate. A Perugia ad esempio l'anno scorso i tre gruppi ultras portanti hanno organizzato una raccolta di fondi poi dati ad Emergency, e non ci sono stati titoli sui giornali. E poco si è parlato della Palestra Popolare di San Sisto a Perugia. Forse certe iniziative fanno paura perchè nascono dal basso.
Vience alo stadio che nte magna nessuno.

Anonimo ha detto...

non ho detto che io ho paura de venicce ( semplicemente tifo Milan, anzi forse solo simpatizzo), ho detto che finchè ce stanno i muri di Berlino allo stadio le famiglie n'te ce vengono.
fra parabrigatisti e parasquadristi, satelliti e segnali terrestri, strutture rinnovate 15 anni fa, ma scarsamente funzionali alle esigenze del pubblico, lo stadio sta diventando off-limits. il perugia non subisce la corte di Sky e Mediaset, ma la gente è disillusa. e poi se n'l'è ancora capito quel Curi della C1 di 12 anni fa era gremito perchè ancora c'era il nocciolo duro di tifosi dell'era D'Attoma-Ramaccioni, frutto dell'entusiasmo della prima serie A e del semiscudetto. l'mi babbo me raccontava che prima si che c'era coinvolgimento de tutta la citta, era na cosa più locale, più da sagra. altro che "campioni-il sogno"
in fede
Fedele Confalonieri

Anonimo ha detto...

il calcio cultura? ma fatemi il piacere il calzio non è altro che un gioco, le cui regole sono diventate, nel corso degli anni, sempre più maligne.

Sono d'accordo che lo stadio potrebbe, e sottolineo potrebbe, essere un fertile terreno di aggregazione politica? ma che te voi aggregà dentro 'na gabbia?

basisco...

Anonimo ha detto...

Definisci cultura. Secondo un’ ottica umanista è la categoria, il solco, che ci divide dalla natura. Secondo un’ ottica mia un pochino storicista è un sottoinsieme della natura, un estensione della medesima. Sai, secondo gli antropologi il primo atto culturale è la formulazione dell’idea di incesto, pratica assolutamente normale prima di tale riconoscimento. Perché fu “scoperto”? per un atto di preservazione biologica. Il concepimento intra familiares è dannoso, indi per cui la natura, ha fatto si che tramite la “cultura” fosse ostracizzato. Altri esempi sono la vacca sacra, la circoncisione, il maiale proibito, il burka,, pratiche parossistiche ma per la salute collettiva. Dunque la cultura come salvaguardia della specie, umana in questo caso. Sotto quest’aspetto non mi sorprende se Grifomaniaco pensa alla cultura quando vede 22 persone che rincorrono un oggetto sferico, essendo questo un gioco come lo definisci tu, un’ attività ricreativa volta all’ appagamento dell’ individuo. E non mi sorprendo neanche che uno proveniente dal Mariotti armato di Scarabeo verde shocking abbia un’ idea della cultura così eliataria…
in fede
Fedele Confalonieri

Anonimo ha detto...

sei un mistificatore...anzi no: non ci arrivi.

Angelo ha detto...

x frank: Cultura è consuetudine sociale più storia. E senza sminuire l'aspetto ludico sportivo possiamo dire che il Calcio è ormai un patrimonio della cultura occidentale. C'è un motivo per il quale da questa parte del mondo si preferisce calciare la palla con i piedi e da un'altra parte si usa una mazza. Le motivazioni sono sociali, storiche, politiche.
La Politica si occupa di Calcio (pensa all'ultima legge sfumata per colpa di Forza Italia, un partito nato da un motto calcistico, sulla contrattazione collettiva dei diritti televisivi) ed usa il linguaggio del calcio, attirata dalla forte attrazione che esercita questo "gioco" nelle masse. Questo è in dato di fatto. La crescente (comunque non si tratta di una novità) politicizzazione delle curve è un altro fenomeno che non si può trascurare. Aggiungo che il saluto fascista di Di Canio si è trattato di un'esternazione politica in quanto è avvenuto in uno stadio popolato da 60.000 persone (e con la incredibile cassa di risonanza mediatica portata dalle televisioni di mezzo mondo che per condannare il gesto hanno finito per dargli maggior importanza), mentre se Di Canio avesse fatto quel saluto dentro casa sua, in ambito privato, non sarebbe stato un gesto politico. Tòn Politikòn è infatti semplicemente ciò che è pubblico.
x fedele: apprezzo il tuo intervento in difesa della cultura di massa, e la tua definizione antropologica, ma entrambi non avete capito che la mia era una considerazione in termini economici, ambito nel quale molto più volgarmente si definisce la Cultura come uno dei termini di spesa del proprio reddito (o tempo libero) ai fini dell'affermazione sociale.

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