Il pasticcio dei biglietti


Quest'anno si cambia. Tolleranza zero contro gli spettatori che decidono di andare allo stadio piuttosto che rimanere davanti al televisore. Andare ad assistere dal vivo ad un evento calcistico è diventato più difficile che comprare un decoder e una tessera ricaricabile al tabacchino sotto casa, sia da un punto di vista monetario che in termini di spesa fisica (fare la fila ai botteghini per una partita qualsiasi è alquanto stressante). Se poi si pensa che gli oneri dell'attuazione del decreto legge sono tutti delle società si capisce quanto poco interessi al Governo la situazione finanziaria, del tutto non interessata nel caso dei grandi club provvisti di contratti milionari emessi dalle varie piattaforme satellitari o terrestri (manca di vendere i diritti per Marte e Giove), ma disastrosa nel caso di piccoli club, per di più di terza serie. Infatti la responsabilità dell'emissione e della vendita sarà delle società sportive che dovranno dotarsi di "sistemi informatizzati che consentano la registrazione di dati, la verifica elettronica del biglietto, l'anticontraffazione e gli eventuali passaggi a persone diverse dall'acquirente", con evidenti oneri economici in più.
Per acquistare il biglietto di una partita in uno stadio di media grandezza sarà obbligatorio fornire le proprie generalità o la stringa alfanumerica del codice fiscale (che si può facilmente ricavare a questo indirizzo), salvo sapere che si affidano i propri dati personali ad un Database gestito dalla fantomatica Polizia della Prevenzione (avete visto Minority Report? credo sia una roba del genere), la stessa autrice di un quanto mai discutibile dossier sul panorama ultras italiano, riportato ieri, pure negli errori, da Corriere e QN. Io non so se questi poliziotti della prevenzione, od anche lo stesso Pisanu, sappiano cosa sia il Segreto Statistico(art.9 del DL n.322 del 6 settembre 1989), ma non credo che costoro si facciano poi così tanti problemi per l'accesso ad informazioni che dovrebbero, salvo provati delitti, rimanere riservate, ed a riprova della leggerezza dei nostri ministri ricordo la violazione dell'anagrafe nella regione Lazio passata quasi sotto silenzio. Ma, dopotutto, dai tempi dell'Ovra l'unica forma di spionaggio che funziona in Italia è quella sui propri cittadini.
Continuando il mio discernimento sul Decreto in materia di tagliandi d'accesso passo ai regolamenti interni, di fatto trasferiti nella loro compilazione alle singole società. Ogni impianto dovrà dotarsi di norme proprie, che regolino il comportamento da tenere tra gli spalti, in modo conforme alle nuove regole, ma anche alle vecchie tradizioni che vedono le curve italiane gremite di tifosi che scelgono la propria postazione in base ad abitudini a volte anche decennali, e, soprattutto, che assistono alle gare in piedi.
Il punto più controverso della attuazione del Decreto (che, ricordo, prima di diventare Legge dello Stato, deve essere discusso in Parlamento) riguarda indubbiamente gli orari di vendita dei biglietti, che non possono avvenire in prossimità dell'evento, ed, in caso di trasferte ben 5 (???) giorni prima. Per quel che riguarda le gare casalinghe il problema si può risolvere con una sottoscrizione in massa degli abbonamenti (che poi andranno comunque bucati ad ogni presenza) e con l'acquisto dei biglietti ai botteghini in orari intelligenti (ma certo che fare la fila per una gara qualsiasi è alquanto stressante), per quel che riguarda invece le trasferte sembra che si voglia quasi vietarle, se non fosse che tutti noi siamo liberi di muoverci sul territorio nazionale e comunitario.
Ma se il Viminale si sbagliasse, ed in realtà i potenziali terroristi non fossero dentro gli stadi ma fuori? Siamo pronti ad essere schedati anche nei teatri, nei cinema, nei treni, nelle università, nei supermercati?

3 commenti:

Gianluca ha detto...

Ciao.
ho messo il link del tuo sito nella categoria blog amici. http://scazzi.blogspot.com/
Fammi sapere

Anonimo ha detto...

x gianluca: più che bene, sono stato io a contattarti.
Intanto tante grazie Pisanu per l'alzataccia, per me è l'alba dopo il sabato sera conclusosi poche ore fa, ma oggi mi aspetta un amico venuto da fuori città che deve ritirare l'abbonamento e che ha fatto un'alzataccia ancora più "pesa" della mia, ci aspetta una fila interminabile per assistere a Perugia-Martina (proprio così, non sto scherzando..).
Sulla rete c'è un fitto dibattito sulla questione ed io ho pensato di sentire l'opinione di un blogger impegnato in politica. Ecco la sua risposta.
Da Semplicemente Liberale:
Ciao 100tek.
La questione dei biglietti nominali non l'ho vista di buon occhio. Se il problema è quello di monitorare i facinorosi ed identificarli mediante tale sistema, non capisco perchè ci sia ingegnati soltanto ora con le richieste di modifiche alle entrate degli stadi italiani.
Ritengo che una così evidente violazione della privacy di tutti (intendo tutti gli spettatori di un evento calcistico) e un rapporto costi/benefici tra prevenzione ed identificazione dei violenti da un lato e privacy dall'altro così basso, siano del tutto superflui.
In breve, meglio ristrutturare gli stadi (via ai fossati e a gabbie varie), steward all'inglese, telecamere in punti strategici dell'entrata/uscita e all'interno dei vari settori, ed una legislazione severa nei confronti delle squadre (con punti di penalizzazione, oltre che multe). La responsabilità diretta delle squadre è fondamentale: gli ultras più scalmanati ci penseranno due volte a veder penalizzata la propria squadra.
Ma i biglietti nominali sacrificano il diritto di tutti a viversi liberamente l'avvenimento ma non disincentivano, se non in misura marginale, i gruppi di violenti a fare quello che fanno, se lo volessero.

Anonimo ha detto...

E io che pensavo volessero rendere obbligatorio per chi entra allo stadio un controllo incrociato sangue-urine...

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